Claudio Cutuli: “La mia filosofia è l’ecosostenibile. Amo il profumo del capo e sentire il tessuto al tatto”
Claudio Cutuli, un brand storico, quello di un’azienda fondata nel 1838. Origini antiche di una tradizione familiare cominciata a Tropea, in Calabria, e continuata oggi in Umbria: “Sì, i miei nonni sono calabresi” –ci racconta il maestro tintore Claudio- “io sono trapiantato in Umbria da circa trent’anni, dove vivo con mia moglie e musa ispiratrice Maria Grazia (siciliana di Taormina -ndr) e i miei figli, e qui mantengo la stessa tradizione artigianale dei miei avi. Scusate la mia falsa modestia, ma forse siamo rimasti gli unici che tingono in modo neutrale, non utilizzando materiale di sintesi. La mia filosofia è l’ecosostenibile. Amo il profumo del capo, che ti colpisce anche al tatto quando lo tocchi”.
E’ stato insignito pure del Tao Award, qualche anno fa, per il suo ruolo imprenditoriale. Qual è la caratteristica del prodotto e quanto è importante l’impiego di materiali sostenibili nel campo della moda, considerata l’industria più inquinante?
“Purtroppo stiamo attraversando un periodo epocale. Soprattutto nel mondo della moda, si è andati troppo oltre, spesso involgarendo o invadendo tutto quello che era arte o manufatto. Adesso andrebbero fatti dei passi indietro e tornare verso tutto quello che era Made in Italy riconosciuto nel mondo”.
Le sciarpe e gli accessori, come le pashmine, firmate Claudio Cutuli sono state indossate dagli uomini più potenti della terra. Ma il brand è legato anche a iniziative benefiche e anche quest’anno il legame con Assisi è rinnovato, come abbiamo visto anche in diretta Rai1 insieme a Carlo Conti e Gianni Morandi…
“Un rapporto ormai più che decennale con i frati del Sacro Convento di Assisi. Piuttosto invito a donare con un sms al 45515. Per l’occasione, ciò che ho creato sulla pietra l’ho trasportato sulla tela: mi riferisco all’affresco di Giotto, che si trova all’interno della basilica e che descrive la guarigione da parte di San Francesco del malato. L’ho traslato e realizzato con un filato un po’ particolare, l’ortica, che in natura ha tanta forza e ostinazione nel rinascere, come la speranza che in questo momento non dobbiamo perdere. Si tratta di un filato di ortica tutto tamponato a mano, mantenendo fede nei colori ai pigmenti naturali di quel periodo. Utilizziamo come materia prima i colori naturali, con azoto liquido, veramente un lavoro francescano, certosino. Ogni nostro capo ha sicuramente un’anima. Io al fatturato antepongo l’arte, noi continuiamo a credere di essere un marchio di nicchia, di qualità, a me non interessa altro. Come punti vendita, invece, segnalo in apertura, anche per questioni affettive, quello di Maratea, in Basilicata”.
È quasi inevitabile ritornare ai vecchi mestieri, se parliamo di sostenibilità, ma bisogna prendere piena consapevolezza dell’importanza del nostro artigianato…
“Guai se perdiamo quello per cui siamo stati sempre apprezzati, la nostra creatività, la nostra manualità, con i giusti tempi, senza bruciare le tappe a tutti i costi, cosa di cui il mondo della moda deve rendersi conto”.
Milano, capitale italiana della moda, la abbiamo tutti nel cuore. Oggi è una città in difficoltà…
“Ogni italiano deve avere nel cuore Milano, dovremmo fare tanto anche per sostenere i nostri amici milanesi, perché lo meritano e lo merita la città. Io sono sicuro che si riprenderà più forte di prima”.
A proposito delle novità legate alla prossima stagione di moda, come vi muoverete?
“Sappiamo che si riprenderà a settembre, riprenderanno anche le fiere miste tra cui Pitti, noi abbiamo ripeto show room a Milano, usciremo con una capsule della collezione con la speranza che i nostri compratori abbiano fiducia di ritornare su Milano. Affronteremo sicuramente un 2020/2021 sotto tono, purtroppo, ma dobbiamo guardare la realtà, ci troviamo in un momento di incertezza e non possiamo distrarci, sempre con la consapevolezza di potercela fare e di darci una mano reciprocamente, anche con i clienti”.
La primavera-estate di quest’anno potrebbe essere recuperata anche attraverso i saldi anticipati? Ci possono essere margini di recupero per le aziende?
“Temo di no. Ormai il danno è stato fatto. Io però non mi preoccupo più per questa stagione, piuttosto della prossima. Avremo sicuramente dei momenti di tensione finanziaria, ma con un po’ di buon senso ne usciremo, dobbiamo invitare la gente a comprare perché comunque non ha senso paralizzare l’economia, solo così un paese si risolleva. Anzi è un modo per sollecitare la vita. Dopo ogni tempesta rispunta il sole. Perciò andiamo avanti con speranza. E un invito: acquistare prodotti Made in Italy”.
La Cina alla riapertura ha registrato un +129% nei fatturati e nelle vendite rispetto all’ anno 2019; in Italia siamo molto lontani da questi numeri, nonostante la riapertura di due settimane fa…
“Noi andiamo a rilento. Deve ancora riesplodere il desiderio di tornare alla vita di prima”.
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