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Addio al Re Giorgio Armani. Lo stilista visionario simbolo del made in Italy si è spento all’età di 91 anni

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Uno stilista, un’imprenditore, un’icona internazionale. Re Giorgio, espressione massima del made in Italy nel mondo, ci lascia all’età di 91 anni, a 50 anni dalla fondazione della sua azienda Giorgio Armani, che rappresenta uno dei colossi della moda italiana con ricavi per 2,3 miliardi di euro e attività nei settori della moda, della ristorazione e dell’hotellerie.  L’ultima acquisizione, nonché desiderio realizzato per una questione affettiva (dove aveva conosciuto Sergio Galeotti), è stata la  Capannina di Forte dei Marmi.

Nato a Piacenza nel luglio 1934, è stato il faro della moda italiana, un visionario, il più autorevole, amato dalla gente comune che ha fatto sognare alle star del jet set. Del resto anche nel cinema ha rivoluzionato stile e costume in innumerevoli film diventati cult. Finanche nello sport, sostenendo il basket e disegnando le divise sociali anche per la nazionale di calcio. Innumerevoli i messaggi di cordoglio sui social (salutato da tutti come ‘un grande artista’) oltre all’addio commosso del suo mondo, in cui era protagonista, quello della moda.

Tra i messaggi, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale Italiana della Moda, ricorda: “Giorgio Armani ha plasmato la moda contemporanea ridefinendone i confini e creando un concetto di stile di vita riconosciuto e ammirato in tutto il mondo, stabilendo il Made in Italy come un vero simbolo di eccellenza. Come uno dei fondatori della settimana della moda di Milano, ha generosamente e visionariamente contribuito alla crescita del sistema moda e dei suoi valori, mostrando sempre profonda consapevolezza e coinvolgimento nei principali eventi del nostro tempo e pressanti temi sociali. Ha sostenuto giovani designer, iniziative culturali a Milano e nel mondo e ha favorito la fusione di diverse espressioni artistiche. La sua eredità è una profonda fonte di ispirazione per tutti noi.”

Inoltre, scrivono, tra gli altri: Sophia LorenHo perso un fratello”; Santo Versace “Con Te e Gianni abbiamo scritto una pagina irripetibile di bellezza e di Italia. Ora vi immagino di nuovo insieme a discutere di tessuti e tramonti”;  Donatella Versace “se ne va un gigante, verrà ti orario per sempre”; Valentino “Piango qualcuno che ho sempre considerato un amico, mai un rivale”;  Rita Airaghi (già Direttore della Fondazione Ferré) con un semplice ma profondo “Ciao Giorgio”. Non manca il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Se ne va un simbolo del genio italiano nel mondo”.

4 SETTEMBRE 2025

Giorgio Armani si è spento nella sua casa di via Bergognone, a Milano, e per sua volontà esequie celebrate in forma privata l’8 settembre in una giornata proclamata lutto cittadino dal Comune di Milano. Le sue condizioni di salute erano peggiorate durante l’estate tanto da disertare le sfilate maschili di Milano e Parigi e le vacanze nella sua oasi prediletta di Pantelleria.

Con un comunicato stampa il suo press office ha diramato la notizia nel primo pomeriggio del 4 settembre: «Si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all’azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire – recita una nota dell’azienda -. Negli anni, Armani ha creato una visione che dalla moda si è estesa a ogni aspetto del vivere, anticipando i tempi con straordinaria lucidità e concretezza. Lo ha guidato un’inesauribile curiosità, l’attenzione per il presente e le persone. In questo percorso ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti».

Re Giorgio, ripeteva: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”.

LA CARRIERA DI RE GIORGIO ARMANI

Una carriera, quella di Armani,  cominciata alla Rinascente di Milano come vetrinista (che fino all’ultimo ha ricordato sui social) fino a quando nel 1965 venne notato da Nino Cerruti che lo scelse per ridisegnare la confezione della sua azienda, la Hitman.

Dopo sette anni condivisi con Cerruti, Armani insieme a Sergio Galeotti, socio e compagno scomparso a metà degli anni Ottanta, fondò la Giorgio Armani, che ha segnato la storia e lo stile della moda italiana sia femminile (con i suoi tailleur) che maschile. Esempio inimitabile di eleganza e sobrietà, lungimirante ed eticamente sensibile quando fu tra i primi big della moda a passare alle collezioni “fur free” rinunciando anche alla lana d’angora.

 

Un’azienda cresciuta nel tempo fino a contare oggi oltre 8000 dipendenti. Una grande famiglia adesso stretta nel cordoglio di un uomo che resterà immortale per la traccia lasciata. In una nota proprio i dipendenti scrivono:

“Nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore”.

L’ultimo suo messaggio, Lui, Re Giorgio, lo ha affidato alla sua pagina Instagram: “Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e la realtà. È da lì che tutto comincia”.

In calce, la firma autografa: Giorgio Armani.

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