Oscar di Montigny a Expandere Sicilia 2019: “Fare rete con l’uomo al centro, è tempo di nuovi eroi”

“Time to Challenge”, ovvero il tempo, per le imprese, di raccogliere le sfide del presente, occasione per discuterne con Oscar di Montigny, fondatore di BYE (acronimo di Be Your Essence), società benefit e movimento culturale.

“Il 1999 è stato l’anno in cui ho deciso di dare una svolta alla mia vita intraprendendo, tra le altre cose, anche un percorso di studi e approfondendo il concetto di considerare la vita un dono – racconta Oscar di Montigny-. Così ho iniziato a mettere insieme un po’ di idee. Ho creato il mio blog, ho scritto il libro “Il tempo dei nuovi eroi” e man mano mi rendevo conto che attraverso il mio operato catturavo l’attenzione di molte persone, professionisti di altissimo profilo tra cui imprenditori, ingegneri, consulenti, manager, che non erano interessati solo  alle idee ma desideravano anche esserne parte attiva. Cosicché, dopo 4 anni che intercettavo queste figure (e ammetto di avere una grande capacità di mettere le persone in relazione  tra loro) ho deciso di costituire, assieme ad altri 37 professionisti, BYE, una rete che opera in tutti gli ambiti della società e dell’economia, dalla consulenza all’educazione, all’arte e alla cultura, affermando nelle soluzioni e nei prodotti e servizi proposti la centralità assoluta dell’Essere Umano, della sua Essenza e dei valori che intimamente lo abitano. Tutto accomunato da una visione di economia orientata al bene, cercando di evitare così la possibilità di quei rischi di deviazione dell’essere umano, per una rigenerata sostanza di felicità”.

Guidare il business verso creazioni di valore, anche da ricondividere e non più solo da accumulare, è la chiave di volta per facilitare la prossima ondata di innovazione e crescita della produttività nell’economia mondiale?

“Il fraintendimento prodotto negli ultimi secoli al riguardo ha fatto dimenticare  l’importanza della condivisione. L’economia è l’arte di reggere bene e amministrare le cose della famiglia e dello Stato. In entrambi i casi, sia nella dimensione privata che in quella pubblica, il concetto di condivisione esiste anche se appare sottointeso. Ebbene, mossi erroneamente dall’idea di accumulo della ricchezza, abbiamo invertito il paradigma su cui dovrebbe reggersi la prosperità di una comunità”. Lei è per un umanesimo digitale, per l’uomo al centro circondato da quell’innovazione che può portare crescita e sviluppo. Quali qualità deve possedere un eroe dei giorni nostri?

“Sono molto affascinato dalle persone che decidono di fare della propria vita un dono. Un eroe deve possedere soprattutto la sensibilità per comprendere ciò che accade attorno a sé, deve avere la capacità di ascolto degli altri, la sensibilità di saper fare un’analisi critica di quanto succede attorno. Queste sono le condizioni propedeutiche per poi assumersi la responsabilità di essere promotori attivi di un cambiamento”.

Lo spirito di solidarietà, ‘coltivo il tuo bene così se ne gioca anche il mio’, dovrebbe rappresentare il contrario di muri e barriere che la storia oggi sembra voler rialzare…

“Dobbiamo prendere atto che siamo un popolo non sufficientemente capace di saper leggere i fatti. Innanzitutto bisogna anche essere educati a farlo e poi è importante saper discernere l’indice di percezione che va a misurare il gap tra un fenomeno reale e la percezione che la gente ha di quel fenomeno. L’Italia è uno dei Paesi più arretrati per alfabetizzazione funzionale, ovvero la capacità di saper fare un’analisi critica di ciò che si è letto; terz’ultimo Paese in Europa per ampiezza del gap tra il dato reale e la percezione che abbiamo dello stesso dato. Quotidianamente ci esprimiamo sui social, votiamo in funzione della percezione che abbiamo e non basandoci su dati reali, per cui il nostro popolo di fatto sta vivendo una vita che non esiste nella realtà”.  

L’Europa e l’euro sono imprescindibili oggi, nonostante effetto Brexit o voglia isolata di uscirne?

“Sono imprescindibili al di là che siano la cosa giusta, non si può dare una controsterzata solo perché non siamo in grado di stare tutti insieme sul pianerottolo? In mondo dove paradossalmente non ci sono mai state così tante barriere come in questo periodo storico, continuiamo ad oltranza a dividere. Proviamo a stare tutti insieme, seppur attaccati metaforicamente con lo scotch e la colla, lavoriamo su questo. Se ci separiamo, per allearci poi con chi: con i cinesi o con i russi?”

(intervista di AGATA PATRIZIA SACCONE)

 

 

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